Critica

Francesca Magro, "Collaudo", 2010, particolare.

La lettura del pittore

di Giancarlo Ossola, 2010

Straordinari, inquietanti ominidi surreali/transitori non completamente nati e in costante metamorfosi.
Opera di un sapiente artefice bizzarro e oscillante fra un cosmo levitante, uno spazio, una prospettiva in grado di suggerire quinte geometriche e ricchezza di piani, curve, ellissi in uno spazio presto popolato di figure oscillanti, sostenute da scheletri invisibili rivestiti di incomprensibili polpe in grado di muoversi in ogni direzione. Ritti, proni, abitanti un cosmo galattico indefinito. Tavole ortopediche in equilibrio precario, mummificati, insanguinati, ignari del loro destino, automi indistruttibili. Molteplici referti antropologici, macchine ottiche dotate di lenti, cartilagini, articolazioni, luci e ombre a suggerire un costante movimento plastico. Ignari della loro origine e del loro destino. Qualche titolo. Simposio: atto primo; Proiezione di alchimie; Ekstasis; L'alchimista; Simulazione; Pensieri gialli; Antropoide Alfa; Figure; Extracorporeo; Trio; Ombra; Travaso; Eros e Thanatos. Arti organi frammenti. Oscillazioni obliquesensibili a spinte direzionali; erezioni più stabili, angolazioni rischiose come minacce. Insomma un ciclo dove la parte principale dello spettacolo, per così dire operistico con relative note, è sostenuto e narrato con ritmo/colonna sonora adatta a reggere una forte grottesca figurazione automaumanoide.